Dove corro oggi? I pro e contro, asfalto e sterrato al confronto

Vedremo nel dettaglio la domanda che richiama l’attenzione della gran parte dei runner’s, dove allenarsi? Asfalto o sterrato?

Esco da casa e inizio a correre verso la pineta, la raggiungo in poco più di un km ed eccomi già perso tra i sentieri, disposti tutt’intorno; una gran varietà di alberi e ostacoli naturali che supero di slancio.

Tronchi caduti, sassi, radici, il fondo è morbido e soffice sotto i miei piedi e il sole filtra attraverso i rami più alti e crea dei magnifici fasci di luce che illuminano le foglie ancora bagnate da qualche goccia di rugiada.screenshot_2016-10-18-11-46-23-1

L’odore dei fiori appena sbocciati, la primavera alle porte e il fiumiciattolo con il suono delle sue acque che crea e dona la vita a tutte le creature che vi popolano nelle vicinanze.

Poi di nuovo fuori da quel piccolo paradiso incontaminato, la terra diviene asfalto e gli alberi sono ora dei grigi lampioni arrugginiti e cartelloni pubblicitari, ahimè ora sono in città.

Come avete costatato anche voi stessi, durante le nostre uscite di corsa ci imbattiamo in una moltitudine di tipologie di percorsi e quindi superfici diverse, ognuno con caratteristiche differenti l’una dall’altra, di seguito vedremo nel dettaglio e cercherò di rispondere e analizzare la domanda che richiama l’attenzione della gran parte dei runner’s, dove allenarsi?  Asfalto o sterrato?

La maggior parte delle gare e degli allenamenti dei podisti si svolge sulle strade cittadine, quest’ultime essendo concepita per il passaggio dei veicoli, si presenta come una superficie molto dura e compatta, non esattamente adatta allo scopo della corsa, giacché queste peculiarità  la rendono per nulla elastica.

Se si esegue uscite solo sull’asfalto il pericolo di sottoporre a stress eccessivo articolazioni e tendini sono sempre dietro l’angolo.screenshot_2016-10-18-11-49-38-1

In oltre la strada è resa poco sicura per via dei numerosi veicoli che sfrecciano ad alta velocità, ciò aggravato al buio quando la visibilità si riduce, da non sottovalutare l’inquinamento a essa correlato e l’inconvenienza che presenta la maggior parte delle strade, in altre parole l’inclinazione ai lati, che genera nel tempo squilibri alle articolazioni e nell’assetto di corsa.

Arriviamo ora allo sterrato, di esso fanno parte tutti quei percorsi che si snodano all’interno di boschi, pinete, parchi ecc.

Il fondo è notevolmente più morbido e meno traumatico rispetto all’asfalto, le differenze sostanziali sono che sé nel primo la superficie appare liscia e priva d’irregolarità, nel secondo caso durante il nostro allenamento è elevata la probabilità di imbatterci in radici, sassi, rami, foglie.

Tutte queste “insidie” sono però molto importanti perché ci aiutano a sviluppare tutta una serie di processi senso motori molto complessi.

Il terreno presentando tali caratteristiche sopra descritte ci costringe a un lavoro mentale molto maggiore, poiché dobbiamo costantemente essere, attenti ai vari ostacoli e ai cambi di direzione repentini che possiamo incontrare, in oltre gli appoggi con il suolo,  ognuno differente dall’altro e i costanti dislivelli altimetrici, fa si che il lavoro muscolare sia molto più impegnativo e stimolante a livello cardiocircolatorio.

Fatte queste premesse a mio parere l’asfalto non è assolutamente da eliminare, ma inserito nelle giuste dosi all’interno dei nostri allenamenti può aiutare a creare tutti quegli adattamenti muscolari per arrivare preparati alle gare che si svolgono proprio su questa superficie. Spero di essere stato il più esaustivo possibile e aver fatto un po’ di chiarezza, ora a voi la scelta…

Fonti foto: lamiaostia.com ; joehendricks.com

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