bassano del grappa mtb cai 105

Bassano del Grappa mtb: sullo storico sentiero CAI 105

Bassano del Grappa è una città poliedrica per quanto riguarda le attrattive riservate ai visitatori: architettura, storia, prelibatezze del palato, e tanta montagna. L’avevamo già conosciuta in un altro itinerario che scendeva sul versante opposto, a San Nazario.

Vedi anche l’itinerario Bassano del Grappa, osservatorio sul Brenta.

Un itinerario tra architettura e storia

Il suo simbolo è insidacabilmente il Ponte capolavoro del Palladio, il cui nome riecheggia nelle canzoni che invocavano la pace per quella guerra che qui ha lasciato una profonda e sanguinosa ferita. Nel ’17 subito dopo la disfatta di Caporetto l’esercito italiano si trova ad un bivio tra rivincita e capitolazione.

Gli austriaci sono ad un passo dalla pianura padana ed il Monte Grappa è uno degli ultimi baluardi difensivi che impediscono la disfatta totale. Con misure drastiche come la chiamata degli imberbi del ’99 le forze italiane si riorganizzano per una lenta e sanguinosa riconquista dei territori perduti.

L’obiettivo di questo itinerario è raggiungere cima Grappa attraverso la famosa mulattiera contrassegnata dal segnavia CAI 105: una serpentina di terra e ghiaia che scorre arditamente aggrappata alle rocciose pareti del rilievo, una delle più straordinarie opere del genio militare italiano.

Da Bassano (periferia est al Santuario di Cima Grappa)

Dalla zona di atterraggio dei parapendii si prende la strada verso Cassanego. Si continua su strada provinciale fino al Ristorante al Covolo con chiesa adiacente (Km 8):  è l’ultimo avamposto della civiltà prima dell’arrivo in cima. Da qui inizia il fondo naturale: tale e quale a come era 100 anni fa. La salita, progettata anche per muli e automezzi non supera mai il 12% come imposto dal rigido regolamento militare. Decisamente spettacolari alcuni passagi scavati tra le rocce.

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Ossario, discesa sul CAI 100

Terminata la serie infinita di tornanti si sbuca sulla strada in località Ardosetta (km 16). Poco sopra ci si può dovutamente rifocillare al rifugio. L’ossario, dove riposano a migliaia le spoglie dei caduti italiani ed austriaci. Ci siamo quasi è ormai ad un tiro: visitarlo è doveroso anche per l’imponente bellezza architettonica.

Nei pressi della struttura parte la discesa che attraversa campi ancora oggi segnati dalla guerra. Il CAI 100 è una discesa tecnicamente impegnativo per il fondo di rocce fisse che impongono una guida enduro.

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