Alla conquista del Monte Biaina

Ci sono cime che fanno la selezione, e non è esagerato definire l’arrivo in vetta come una conquista. Il Monte Biaina, tra le sommità nord-occidentali del Garda, è tra queste.

La sua altitudine modesta e la strada asfaltata che copre gran parte della salita non devono trarre in inganno: gli ultimi 300 mt di ascesa sono da conquistare centimetro per centimetro con bici in spalla. Ci si domanderà: ne vale la pena? Dopo aver affrontato la spettacolare discesa resteranno pochi dubbi ed anche le fatiche non lasceranno rimpianti.

La zona di partenza è vicino ad Arco. paese che merita senza dubbio una visita per la sua spettacolare rupe sormontata dal magnifico castello medioevale che domina tutto l’orizzonte dell’ Alto Garda.

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Si parte dal piccolo agglomerato di Varignano, dove la strada inizia a salire volteggiando sulla valle del fiume Sarca,

l’ immissario del Garda. La vista spazia sulle principali cime del trentino meridionale che fanno da spartiacque con l’antistante vallata dell’ Adige. Ben visibili da oriente verso mezzogiorno le cime della Paganella, la cresta del Bondone, lo Stivo il Creino e via via l’ Altissimo ed il Baldo sul lato che si specchia nelle acque del lago.

L’arrivo alla Malga di San Giovanni in Monte è sicuramente gradito agli stomaci che chiedono nuove energie. Si continua a salire anche dopo che l’asfalto lascia il posto ad una sterrata sul crinale basso, che tra l’altro sbalordisce per la bellezza panoramica.

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Una casa di montagna avvolta da due enormi faggi cattura l’ attenzione dei visitatori e merita sicuramente di essere immortalata. Ben presto la salita si fa dura, sempre meno pedalabile fino a dover caricare la bici sulle spalle per superare la rocciosa ed impervia rupe non diversamente accessibile.

La scalata finisce sui 1.400 mt della cima del Biaina che si presenta con un ampio prato ed una cresta di pini. Si inizia a scendere, dapprima su larga forestale e poi su un single track decisamente tecnico e variegato nelle tipologie di fondo: si passa dal flow al sassoso, con tornanti e passaggi stretti che impongono continui rilanci di andatura e capacità di tenuta su fondo sconnesso.

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