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Forte di monte Corno, nel cuore delle Giudicarie

Un concentrato di tutto il meglio che può dare un itinerario nelle Valli Giudicarie: la storia della Grande Guerra con il Forte di Monte Corno dalla scintillante tettoia d’acciaio e dalle mura possenti, la bellezza panoramica di una delle valli più suggestive del trentino meridionale, ed infine una discesa fluida e divertentissima in uno splendido contesto boscoso.

Crinale Giudicarie

Si parte da Pieve di Bono, vicino a quel Fiume Chiese che ha sagomato nel corso dei millenni profili e forme di questa valle, e che qualche chilometro più avanti va ad arricchire le acque del Lago di Idro.

Già dai primi metri di salita risulta chiaro che in questa impervia valle non esistono mezze misure: tutto è aspro, verticale, arcigno. Bisogna spingere per arrivare alla prima meta che è anche la principale attrattiva culturale del giro: Forte Corno. La sua sagoma si intravede anche da basso ed appare più come un’architettura futurista che come un edificio della Grande Guerra: profili ardimentosi, spigolosi e di un vivido acciaio luccicante. Giunti a ridosso delle mura la struttura riprende il suo aspetto più solenne e marziale con feritoie, torrette e portoni. A dispetto della sua sontuosa presenza, bisogna ricordare che nella storia il suo ruolo fu del tutto subalterno: gli austriaci lo approntarono per sorvegliare il vicino confine con la Lombardia, ma i teatri del conflitto, come si sa, erano altrove. Oggi la struttura è oggetto di attività culturali e ricreative, e nei pressi è possibile effettuare un pic-nic all’ombra.

Panorama Giudicarie

Si continua a salire su una ripida strada forestale, ex militare: qua e là appaiono ingressi di grotte e ripari artificiali coevi del Forte. Dopo qualche brevissimo tratto a spinta ci ricongiunge con la strada principale che percorre lungamente il crinale, aprendo alla vista mirabili orizzonti sia ad Est (sulle Dolomiti) che ad Ovest (le montagne delle Giudicarie).

Al Km 25 inizia la discesa vera e propria: dapprima su larga forestale poi su un single track molto tecnico, con fondo scorrevole e con una tortuosità molto accentuata che impone continui cambi di traiettoria.

Finale, purtroppo, in discesa su asfalto per ricongiungersi al punto di partenza.

 

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