Dalla Vallagarina alla Val del Diaol

Il bello della montagna è la possibilità di scoprirla secondo angolature diverse. Abbiamo già affrontato in un altro itinerario la discesa della Val del Diaol o “The Skull” (così soprannominata per il ritrovamento di un teschio bovino durante la pulitura dei sentieri), una delle più rinomate del panorama gardesano.

Anziché affrontare la salita dalla abituale strada asfaltata che conduce in vetta all’ Altissimo ci siamo voluti addentrare nei meandri rocciosi del versante opposto affacciato verso Nord.

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Abbiamo scoperto un’ambientazione molto cupa, a tratti tenebrosa ma non per questo meno affascinante. Il silenzio regna in questo angolo recondito della Val di Gresta, ma si scopre che nel recente passato, legato alla Grande Guerra il clima, era tutt’altro che pacifico. Salendo ci si imbatte in numerosi manufatti, in gran parte grotte scavate ad uso deposito o postazione per sentinelle ma anche postazioni in muratura a secco, costruiti dall’esercito italiano che nel primo anno di guerra era riuscito ad addentrarsi (senza sparare un colpo) in questo lembo di territorio trentino; per la precisione ci troviamo sulla linea delle trincee del Monte Giovo (altri importanti manufatti si trovano anche lungo la discesa di The Skull)

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La costruzione di strade militari è sicuramente il segno più tangibile di questa presenza, ed anche il più apprezzabile dal punto di vista dei biker che possono così affrontare pendenze meno impegnative.

Nessuna incognita invece sulla discesa: The Skull è una garanzia di inossidabile di divertimento, grazie anche al lavoro di manutenzione e miglioramento apportato dagli appassionati locali.

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