Frequenza cardiaca massima

4 miti da sfatare sulla Frequenza cardiaca massima

La frequenza cardiaca massima per diversi decenni è stata usata usata dagli atleti come parametro principale per i loro allenamenti.

Dalla semplice formula 220-età stabiliscono la loro frequenza massima ovvero il numero massimo di battiti che il cuore può raggiungere. Grazie a questo numero si può desumere qulle che sono le zone di frequenza da utilizzare per bruciare grassi, soglia aerobica e soglia anaerobica.

Se si va oltre la frequenza massima il cuore esplode

L’immagine è orribile ma questo non vi succederà!

Il cuore quando arriva alla frequenza cardiaca massima, che può sostene per massimo 1-2 minuti, non è più in grado di essere produttivo e scattano dei meccanismi di protezione che vi faranno rallentare o interrompere l’esercizio.

La frequenza cardiaca massima è uguale per tutte le età

Non è vero. La frequenza cardiaca massima sia uguale per tutte le età ma essa dipende da diversi fattori ma il più impotante è la genetica, eh si le classica formule danno un’ idea ma non è detto che sia veritiera per tutti.

In pratica la vostra frequenza cardiaca massima non è una discriminante fondamentale anche se con l’età può calare ma è fontamentale la durata con cui riuscite a gestire le diverse zone cardiache.

La frequenza cardiaca massima è uguale in tutti gli sport

monitoraggio-frequenza-cardiaca

La frequenza cardiaca massima può variare anche in base all’attività svolta.

Ad esempio in bicicletta, grazie all’ausilio del mezzo, generalmente sì produrrà una minore frequenza cardiaca massima rispetto ad altre attività quali la corsa.

Nel nuoto, che avviene in piscina e a impatto zero, può essere inferiore poiché l’acqua è mantenere la pelle fresca e il calore sarà meno di un fattore nel sollevare la FC.

Se lavoro sotto la mia frequenza massima non mi devo preoccupare di problemi cardiaci

Non è vero. Gli attacchi di cuore possono avvenire a diverse intensità di lavoro e più le intensità sono alte più ne aumenta la probabilità; ciò risulta particolarmente vero se l’ atleta ha fattori di predisposizione o malattie cardiache. Per gli atleti sani lavori anche ad alte intensità generalmente non presentano rischi.

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